Di Paola Ambrosino – Continua l’impasse sulle spese del Campidoglio. Da una parte, il ministero dell’Economia preme per la riduzione degli stipendi dei dipendenti capitolini, dall’altra le barricate dei circa 24mila lavoratori che minacciano proteste e scioperi.
Secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, i tecnici della Conferenza unificata Stato-Regioni-enti locali starebbero pensando a una rimodulazione del salario accessorio che potrebbe portare alla riduzione di un terzo della spesa complessiva dei Comuni (e quindi anche di Roma) per indennità e bonus vari ai dipendenti. Si tratterebbe dunque di un taglio complessivo che, per la Capitale, equivarrebbe a circa 24 milioni di euro annui.
L’eventuale taglio dovrebbe pesare sui lavoratori a seconda delle figure professionali e, soprattutto, dipenderà dalla propensione di ciascun dipendente di accettare le novità che saranno inserite, su base volontaria, negli accordi decentrati.
Intanto, la delibera approvata martedì dalla giunta capitolina fissa al 31 luglio il termine per chiudere il vecchio regime della retribuzione accessoria e fare entrare in vigore le nuove norme.
“Il chiodo fisso del sindaco è tagliare gli stipendi – ha tuonato Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini – quando invece servirebbe un piano di valorizzazione e riorganizzazione del personale”.
Il sindacato Ospol dei vigili urbani, trai più agguerriti, ha intanto proclamato uno sciopero per il prossimo 20 giugno., come confermato dal presidente e dal segretario del sindacato Luigi Marucci e Stefano Lulli.
La protesta, hanno spiegato, risponde “all’inosservanza all’accordo siglato tra amministrazione e sindacati nelle scorse settimane, accordo con cui il Comune si impegnava a portare avanti alcuni punti relativi alla riorganizzazione del corpo anche dal punto di vista della sicurezza”.